Sappiamo che i malati di Alzheimer stravedono (magari a piccole dosi) per i bambini. E i bambini? Come vedono i bambini le persone malate di Alzheimer? Con simpatia, paura, distacco, curiosità?
E’ un luogo comune considerare la progressione dell’Alzheimer come un ritorno all’infanzia. Non è vero, perché non si torna mai indietro. Però è indubbio che infanzia e demenza facciano (quasi) rima. Si assomigliano.
Esistono esperienze intergenerazionali come quelle sperimentate dalla coperativa il Melo di Gallarate. Asilo nido e Rsa uno accanto all’altra, stesso cortile, stessi animali per la pet activity, stesso stile di cura.
I bambini/ragazzi possono riscontrare delle difficoltà nel rapportarsi con parenti che hanno questo tipo di malattia.
COME AIUTARLI?
- Parlare con loro e incoraggiarli a fare domande dando loro spiegazioni semplici e sincere
Quando i ragazzi sono in grado di capire si possono fornire testi appropriati da leggere per documentarsi e parlare loro della demenza, incoraggiandoli a fare domande. Le nostre risposte devono essere per quanto possibile semplici e sincere: spiegare i cambiamenti di comportamento man mano che si presentano. Poiché si è sempre più assorbiti dall’assistenza al malato, può succedere che talvolta si trascurino i bisogni dei figli o si sottovalutino i loro problemi. Dobbiamo quindi cercare di prestar loro l’attenzione dovuta.
È opportuno ricordare ai ragazzi che il comportamento del malato è una conseguenza della malattia e non è rivolto contro di loro. Alcuni ragazzi più giovani pensano di aver fatto o detto qualcosa che ha scatenato la malattia e debbono essere rassicurati al riguardo.
Talvolta può essere preferibile che sia un altro familiare a spiegar loro le cose. Durante il corso della malattia, possono cambiare i rapporti interpersonali tra i membri della famiglia; alcuni legami si allentano, altri si stringono. - Incoraggiarli a parlare con i loro amici e con gli insegnanti
È buona prassi incoraggiare i nostri ragazzi a spiegare ai loro amici e agli insegnanti che cos’è la demenza e che cosa provano. Spesso i ragazzi si sentono imbarazzati di fronte ai loro coetanei per i comportamenti strani del malato. Possiamo aiutarli a spiegare la situazione, facendo al tempo stesso in modo che gli amici si sentano bene accolti e a proprio agio nella nostra casa.
Quando gli insegnanti sono al corrente della situazione, possono aiutare nostro figlio concedendogli del tempo in più per i compiti a casa o dandogli una mano per risolvere le difficoltà a scuola; potrebbero anche suggerire un supporto psicologico.