Che le persone affette da malattia di Parkinson sottoposte a Stimolazione Cerebrale Profonda (DBS) ingrassassero era ben noto. Il motivo per cui ciò avvenisse rimaneva tuttavia poco chiaro.
Il metodo di Stimolazione Cerebrale Profonda consiste nell’impianto di alcuni elettrodi molto sottili nel cervello. Essi sono collegati a un neuro-stimolatore, una sorta di pacemaker, impiantato nel torace. Un metodo efficace che stimola il cervello a ridurre in modo significativo i tremori ma che può presentare alcuni effetti collaterali.
La terapia DBS è più efficace in pazienti di età non superiore a 70–75 anni. Quando i farmaci non consentono più di tenere sotto controllo i sintomi della malattia di Parkinson (ad es. il tremore, un sintomo che risponde particolarmente bene alla terapia DBS) oppure inducono preoccupanti effetti collaterali, il paziente può essere ritenuto idoneo a questa procedura, anche se la malattia è ancora in fase iniziale.
“L’alterazione del peso corporeo è una delle possibili complicazioni della stimolazione cerebrale profonda come trattamento della malattia di Parkinson” conferma la ricercatrice Marilena Aiello, prima autrice della ricerca. “La sua origine è stata inizialmente attribuita alla riduzione dei sintomi motori. In altre parole, il paziente trema di meno e quindi il suo dispendio energetico è minore”.