Lo spiega il dott. Riccardo Bigi, coordinatore del servizio di cardiologia CDI (Centro Diagnostico Italiano)
Per colesterolemia si intende la concentrazione del colesterolo nel plasma.
Il risultato della determinazione dei livelli di colesterolo nel sangue comprende generalmente 3 valori distinti: Colesterolo totale, Colesterolo LDL e Colesterolo HDL.
Dunque le LDL, chiamate colesterolo cattivo, sono tali soltanto quando si trovano in eccesso e quando vengono ossidate. In situazioni normali sono invece indispensabili per la buona salute dell’organismo.
Le HDL, al contrario, vengono chiamate colesterolo buono, poiché agiscono da veri e propri spazzini in grado di raccogliere l’eccesso di colesterolo e veicolarlo al fegato. Da qui tale composto verrà inglobato nei sali biliari, riversato nell’intestino ed in parte espulso con le feci.
Naturalmente il colesterolo è sempre lo stesso in entrambe le frazioni e quello che cambia è solo il tipo di lipoproteina che lo veicola.
I soggetti con obesità addominale, i diabetici o quelli con sindrome metabolica presentano elevati livelli di trigliceridi, bassi valori di HDL E valori relativamente normali di LDL.
Calcolo Pratico del Colesterolo nonHDL (CATTIVO)
Colesterolo nonHDL = Colesterolo totale – Colesterolo HDL
Esempio: se colesterolo totale = 220 mg/dl; colesterolo HDL = 50 mg/dl, sarà colesterolo nonHDL = 220 – 50 = 170 mg/dl
Qual è Il valore desiderabile del colesterolo non-HDL?
Come regola generale questo valore è di 30 mg/dl superiore ai livelli desiderabili di colesterolo LDL.
Colesterolo nonHDL (mg/dl) | Contributo di rischio |
>220 | molto elevato |
190 - 220 | considerevolmente elevato |
160 - 189 | marginalmente elevato |
130 ‐ 159 | ideale |
<130 | ideale in soggetti a rischio aumentato |
<100 | ideale in soggetti ad alto rischio |